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lunedì 24 dicembre 2012

Street food, il panino prenatale

 
Sarà capitato a tutti di dover organizzare, comprare regali, andare in giro, a zonzo, o semplicemente si è finalmente liberi da impegni per Natale e quindi doversi accontentare di un panino per strada o si vuole fare un po’ di dieta prima delle grandi abbuffate per le feste. Ecco è qui che penso che noi siamo per il panino “Inside” insomma ce lo portiamo dentro più di quanto pensiamo. Quando si ha il desiderio di sgranocchiare qualcosa al volo, o quello che gli americani chiamano lo Street food beh è lì che ci rendiamo conto che noi siamo meglio. Non ci accontentiamo del kebab, dell’hamburger della grande M, o.. forse si?

Ho molti amici che hanno avuto bambini da poco. Ecco la loro vita è spesso fatta di quello che chiamo il panino prenatale. E’ un panino random fatto con ciò che c’è in frigo o, alternativamente, ciò che si trova al volo in un alimentari a Roma, Firenze o Milano o Canicattì. E’ lì che scatta la furbizia italica di non cedere al panino del bar, del tramezzino di cemento, o alla pastarella fine secolo, come la famosa pasta indigesta del Bar Sport di Benni e dell’orribile film tratto. No, l’italico va a farselo fare dall’alimentari sottocasa prima di uscire per le compere di Natale. Oppure lo fa e lo mette in frigo perché se il bambino piange di notte, o se il catarro gli esce anche dagli occhi di questi tempi l’italico lo prende dal frigo e mentre lo culla e vede qualche partita della premier League senz’audio mangia il suo panino prenatale: cioè quello che fin dalla culla sa che lo salverà dalla fame da spuntino.

Le regole non ci sono per farlo, né ricette. Basta osservare due principi:

  1. Leggero: lo scopo non è sfamarsi altrimenti è un altro discorso. Lo scopo è zittire lo stomaco. Quindi se possibile niente salumi, preferite il formaggio e un po’ di verdura.
  2. Se è per strada che lo consumate non vi vergognate! Noi siamo nati tutti migranti e camminatori e anche il cibo ha seguito questa nostra indole, appunto, prenatale. Non c’è galateo o buona creanza che tenga: va addentato anche mentre si cammina e senza pudori. Senza gli erranti pastori abruzzesi e laziali, che mangiavano lungo il cammino ciò che avevano, non avremmo la carbonara e gli arrosticini o l’agnello scottadito o per gli amici vegetariani semplicemente yogurt e formaggio primo sale.

Insomma pane e qualcosa, anche sotto le feste, ha sempre il suo perché.
Per il resto buone feste.
Bus



lunedì 17 dicembre 2012

Pausa Pranzo. L'arte di farsi un panino.

…Perché il panino in un blog sul calcio? Beh il calcio per me è sempre stato legato al panino. Sugli spalti della mia squadra del cuore, di serie B, faceva sempre freddo d’inverno. Si giocava ancora di domenica e chi vendeva bruscolini e panini era sempre in curva nord. Quando arrivava c’era rimasto solo quello con il wrustel congelato che io ho sempre detestato. Il giorno dopo a scuola vedevo un certo Petriglia che consumava il suo panino avvolto da quintali di domopack mentre consultava la Gazzetta di nascosto per vedere i voti del fantacalcio. Il panino è legato anche a mio padre: per lui il massimo del pranzo era mangiare all’aria aperta un panino con la bologna. Poi c’erano i panini sull’autobus quando tornavo da una partita da pulcino, infine quelli consumati al pub per vedere il mercoledì di champions prima dell’avvento di Telepiù e Sky. Così farsi un panino per l’evento sportivo, che sia una partita di calcio o di tennis, è diventato per me diciamo un’arte. Arte povera s’intende: se ci metto più di cinque minuti e più di sei euro significa che sto sbagliando qualcosa. Il segreto per un buon panino, va da sé, sono le materie prime. 
Da poco il sandwich inglese ha compiuto 250 anni: anche il conte di Sandwich era un giocatore, non di calcio ma d’azzardo. Aveva il terrore che vi fossero bari al suo tavolo e quindi non si alzava per mangiare, è così che nacque il sandwich. Poi qualcuno racconta che le cose siano andate diversamente ma fatto sta che due fette di carne fra due fette di pane in cassetta è rimasto così per quasi due secoli. Gli inglesi hanno inventato il calcio e il sandwich a distanza di cento anni uno dall’altro, ma non primeggiano in questo scorcio di secolo in queste due cose, tuttavia God save the sandwich. Per me i migliori panini si mangiano in Europa. L’esperienza di un panino a Londra o in Germania così come quello in una mensa militare in Iraq sono avventure che racconterò. Ne vale la pena. Nel frattempo posso consigliare un modo pratico e veloce per un buon hamburger prepartita: non comprateli surgelati, non comprateli già fatti dal macellaio. Fateli voi: mescolate in una ciotola 150 gr. di macinato scelto con un pizzico si sale, pepe, ketchup, senape, due gocce di salsa worcester e una patata bollita e precedentemente schiacciata per bene. Dopodichè create il vostro hamburger aiutandovi con uno schiacciacarne, uno stampino o semplicemente con le mani. Il pane migliore per accompagnarlo per me è bianco, semplice. Se volete il massimo però allora fate marinare il pane per qualche minuto in un po’ di acqua e zafferano. Scaldatelo al forno per qualche minuto e poi guardatevi la vostra meritata partita.