Sarà capitato a tutti di dover organizzare, comprare regali,
andare in giro, a zonzo, o semplicemente si è finalmente liberi da impegni per
Natale e quindi doversi accontentare di un panino per strada o si vuole fare un
po’ di dieta prima delle grandi abbuffate per le feste. Ecco è qui che penso
che noi siamo per il panino “Inside” insomma ce lo portiamo dentro più di
quanto pensiamo. Quando si ha il desiderio di sgranocchiare qualcosa al volo, o
quello che gli americani chiamano lo Street food beh è lì che ci rendiamo conto
che noi siamo meglio. Non ci accontentiamo del kebab, dell’hamburger della
grande M, o.. forse si?
Ho molti amici che hanno avuto bambini da poco. Ecco la loro
vita è spesso fatta di quello che chiamo il panino prenatale. E’ un panino
random fatto con ciò che c’è in frigo o, alternativamente, ciò che si trova al
volo in un alimentari a Roma, Firenze o Milano o Canicattì. E’ lì che scatta la
furbizia italica di non cedere al panino del bar, del tramezzino di cemento, o
alla pastarella fine secolo, come la famosa pasta indigesta del Bar Sport di
Benni e dell’orribile film tratto. No, l’italico va a farselo fare
dall’alimentari sottocasa prima di uscire per le compere di Natale. Oppure lo
fa e lo mette in frigo perché se il bambino piange di notte, o se il catarro
gli esce anche dagli occhi di questi tempi l’italico lo prende dal frigo e
mentre lo culla e vede qualche partita della premier League senz’audio mangia
il suo panino prenatale: cioè quello che fin dalla culla sa che lo salverà
dalla fame da spuntino.
Le regole non ci sono per farlo, né ricette. Basta osservare
due principi:
- Leggero: lo scopo non è sfamarsi altrimenti è un altro discorso. Lo scopo è zittire lo stomaco. Quindi se possibile niente salumi, preferite il formaggio e un po’ di verdura.
- Se è per strada che lo consumate non vi vergognate! Noi siamo nati tutti migranti e camminatori e anche il cibo ha seguito questa nostra indole, appunto, prenatale. Non c’è galateo o buona creanza che tenga: va addentato anche mentre si cammina e senza pudori. Senza gli erranti pastori abruzzesi e laziali, che mangiavano lungo il cammino ciò che avevano, non avremmo la carbonara e gli arrosticini o l’agnello scottadito o per gli amici vegetariani semplicemente yogurt e formaggio primo sale.
Insomma pane e qualcosa, anche sotto le feste, ha sempre il
suo perché.
Per il resto buone feste.
Bus